- Rinforzo a flessione: viene realizzato incollando uno
o più lamine, ovvero uno o più strati di tessuto, al lembo
teso dell'elemento da rinforzare e, qualora non fosse sufficiente,
è concessa l'installazione anche sui lati, purché la tensione
di lavoro dell'FRP venga calcolata punto per punto e non
solo al lembo più sollecitato (i.e. più lontano dall'asse
neutro). Per le zone a momento negativo è anche molto diffusa
la tecnologia dell'NSM.
1.Il rinforzo con FRP permette incrementi di resistenza fino al 40-50% della resistenza nominale della sezione di partenza, ma riduce dall'altro le frecce e la duttilità della sezione;
2.L'efficacia dell'intervento è solo in termini di comportamento agli stati limite ultimi. In esercizio, le fibre presentano, nella maggior parte dei casi, tassi di lavoro pressoché trascurabili;
3.Per garantire un'efficacia dell'intervento di rinforzo con FRP anche in esercizio è necessario pretendere le fibre, o mediante appositi sistemi di tensionamento, che però risultano particolarmente costosi e ingombranti, oppure cercando di sollevare la struttura mediante martinetti idraulici, scaricandola una volta terminato il lavoro, rendendo cosi efficace il rinforzo anche in condizioni di esercizio;
4.È fondamentale, ai fini di un buon progetto, assicurarsi che la sezione rinforzata raggiunga lo stato limite ultimo per schiacciamento del cls e non per rottura dell'FRP (meccanismo considerato fragile rispetto a quello dello schiacciamento del cls) e che, in ogni modo, qualsiasi meccanismo di delaminazione prematura venga scongiurato mediante opportune lunghezze di ancoraggio o sistemi per l'ancoraggio delle lamine (ancoraggi meccanici non sono utilizzabili) come ad esempio l'impiego di fasciature ad "U" alle estremità del rinforzo.
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